Boris_Becker

Forza mentale nel tennis: Boris Becker su concentrazione, sconfitte e fiducia in se stessi

ultima modifica il 7 Luglio 2025

Se vuoi avere successo nel tennis, serve più di un semplice dritto potente. I veri campioni sono caratterizzati dalla forza mentale, soprattutto nei momenti decisivi. In un'intervista esclusiva, la leggenda del tennis Boris Becker parla della sottile linea di confine tra vittoria e sconfitta, dei suoi rituali personali, di come affrontare la sconfitta e del perché la disciplina mentale sia spesso la chiave del successo. Una lettura obbligata per tutti gli appassionati di tennis, giocatori e allenatori che vogliono scoprire cosa si nasconde dietro nervi saldi.

🎯 "Non è la tecnologia che vince, ma i nervi" - l'importanza della forza mentale

Stefan: Sei sempre stato noto per i tuoi nervi d'acciaio. Come sei riuscito a mantenere la calma durante le partite, anche se probabilmente non lo sei sempre in campo?

Boris: Sì, la forza mentale: molti ne parlano, ma pochissimi sanno davvero cosa sia. È un po' come vivere tra il paradiso e l'inferno. Quando sei al tie-break del terzo set o in finale di un torneo importante, il vincitore è sempre chi riesce a mantenere la calma e a non perderla. È sempre facile dirlo, ma in realtà è proprio questa la differenza! Non è il dritto o il servizio, ma chi resta con se stesso.

🧘 Rituali e disciplina: come Boris Becker allena la forza mentale

Stefan: Avevi un rituale particolare per mantenere la concentrazione?

Boris: Sì, puoi allenare anche quello. Riguarda la capacità di concentrazione e la disciplina mentale. Se inizi solo in partita, è troppo tardi. Deve far parte della tua vita quotidiana: come affronti la routine quotidiana, come ti alleni e come vivi. Puoi persino allenare i nervi nel traffico. Ci sono molti modi per rafforzarsi mentalmente.

🥊 Affrontare la sconfitta: dolore, lezioni e nuove opportunità

Stefan: È un argomento davvero emozionante. L'hai già accennato, quando sei in finale di un Grande Slam, è una situazione particolarmente difficile: la finale del Roland Garros non è stata molto tempo fa, quando Jannik Sinner è sembrato il vincitore sicuro per molto tempo, ma alla fine ha lasciato il campo da sconfitto. Come hai affrontato le sconfitte dolorose?

Boris: La finale di Parigi al Roland Garros è stata una delle migliori finali di un Grande Slam che abbia mai visto. È stata snervante! Ovviamente provi anche pena per Jannik Sinner. Era in vantaggio per 2 a 0 nei set, ha avuto tre match point nel terzo set, ma Carlos Alcaraz ha giocato il suo miglior tennis nei momenti decisivi. Come funziona? Ha molto a che fare con l'istinto e il cuore. Ho giocato dieci finali di un Grande Slam, perdendone quattro: fa male e devi rimuginarci a lungo per scoprirne le ragioni e, si spera, fare meglio la prossima volta.

Stefan: C'è una sconfitta dolorosa che ti viene subito in mente?

Boris: Sì, ricordo in particolare una partita in un grande torneo sulla terra battuta a Monte Carlo contro Thomas Muster, che ho perso nonostante fossi in vantaggio per 2-0 e avessi match point. Sconfitte come quella non si dimenticano mai del tutto. Ogni volta che vedo Thomas, me la mette sempre sul panino e mi chiede: "Ti ricordi di Boris allora?" - No, mi dispiace per lui, è brutale e non si riesce mai a digerirlo completamente.

🧠 Mental coach e psicologia nel tennis: ieri e oggi

Stefan: Molte persone oggigiorno hanno un mental coach, uno psicologo. Com'era allora? Era simile? È un argomento che è diventato rilevante solo ora o è sempre stato un problema?

Boris: Ai miei tempi, quando ho avuto successo - nel 1985, il numero 1 al mondo era Ivan Lendl. Aveva uno psicologo, prestava attenzione all'alimentazione e al fitness - quello è stato il primo vero professionista del tennis. Oggi, il supporto mentale è ancora più importante, ma molti giocatori non lo usano abbastanza. Se arrivi in finale, non perdi per il tuo rovescio, ma per il tuo stato mentale. Il supporto psicologico può essere fondamentale, ma spesso non viene pubblicizzato e questo è perfettamente normale.

👀 Competizione, giochi mentali e fiducia in se stessi in giovane età

Stefan: Come giocatore, osservi anche il comportamento degli avversari?

Boris: Certo. Il tennis è forse l'unico sport in cui ti cambi, ti vesti e ti fai la doccia proprio accanto al tuo avversario. Ti osservi costantemente, consciamente o inconsciamente. D'altra parte, ci sono molti media e conferenze stampa. Noto anche che spesso i giocatori non dicono veramente come si sentono, e questa è una cosa positiva. Non tutti devono saperlo. C'è molto poker, è quello che facevamo all'epoca. Fa parte del gioco.

"So chi sono, darò il massimo e ora mi diverto se vuoi battermi" - Boris Becker

Stefan: Com'è stato per te sederti nello spogliatoio di Wimbledon a 17 anni?

Boris: Non avrei vinto Wimbledon senza fiducia in me stesso. Credo che faccia parte della mia personalità e del mio carattere, è così che sono stato cresciuto. Ero sicuro di me stesso, non arrogante o arrogante, ma sicuro di me. Ho giocato bene e se qualcuno era migliore, andava bene. Ma non ho mai avuto paura del mio coraggio.

La forza mentale è la vera chiave del successo nel tennis

Che si tratti della finale di Wimbledon o di un torneo di club, la forza mentale spesso fa la differenza tra vincere e perdere. In questa intervista, Boris Becker dimostra che non si tratta solo di talento, ma anche di disciplina, concentrazione e fiducia in se stessi. Chi si prepara mentalmente non solo vince le partite, ma cresce anche come persona. Una testa forte è importante nel tennis almeno quanto un braccio forte.

Diventa parte di #teamyellow!

Team Tennis-Point

Team Tennis-Point

Benvenuti nel nostro mondo del tennis, dove impegno, competenza, servizio e ispirazione vanno di pari passo per accendere e rafforzare l'entusiasmo per lo sport del tennis e creare un viaggio indimenticabile per tutti i tennisti.

contributi corrispondenti